Non è detto che si debba essere necessariamente contrari a norme che obblighino a terminare i processi entro un limite fissato di tempo.
Secondo me però andrebbero considerate due questioni:
Innanzitutto, i ritardi dovuti ad azioni dell'imputato e dei suoi legali non andrebbero considerati. Altrimenti a forza di rinvii chiesti per ragioni di salute o per cavilli, un imputato con avvocati abbastanza bravi si potrebbe garantire l'impunità.
In secondo luogo, se è il processo di secondo o terzo grado che viene interrotto forzatamente per scadenza dei termini, dovrebbe rimanere valida la sentenza dell'ultimo grado di giudizio completato.
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